LA MERAVIGLIOSA VITA DELLE API E LA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA (già pubblicato su INVESTORS' MAGAZINE numero 1, anno 2016)
di Paolo Rossetto | pubblicato il 3 ottobre 2018
Uno dei principali pilastri della consulenza finanziaria è la pianificazione: approfondiamo la materia con un affascinante esempio tratto dalla natura
In un precedente articolo pubblicato su queste pagine abbiamo analizzato, e abbiamo compreso, il concetto di rischio finanziario in tutte le sue sfaccettature, e abbiamo anche accennato al tema che affrontiamo ora, ovvero la pianificazione finanziaria: il pilastro fondamentale per la corretta ed efficiente gestione del denaro.
Per poter spiegare nella miglior maniera possibile che cos’è la pianificazione finanziaria e qual è la sua funzione, non c’è sistema più efficace dell’esposizione di un caso concreto.
Dunque, qualche mese fa ho conosciuto un cliente potenziale, un imprenditore di 45 anni, che chiameremo Marco (nome di fantasia).
Marco è un uomo un po’... confusionario, un po’ artista, e per certi aspetti anche un po’ naïf. Del resto fa un lavoro assolutamente creativo: è un architetto, si occupa di interior design con passione, con dedizione e con notevole successo; disegna anche complementi d’arredo, e spazia pure in altri ambiti, con progetti che realizza in tutta Europa.
Una persona che porta sulle proprie spalle uno zaino carico di inventiva; persona innegabilmente estrosa e, a tratti, anche vulcanica. Insomma, per farla breve, una fucina inesauribile di idee.
Il suo problema è che nutre un sentimento di rifiuto, o quasi, per tutto ciò che ruota intorno all’amministrazione del suo denaro: proprio non vuole dedicare alla gestione dei suoi risparmi la giusta e ragionevole quantità di tempo, soprattutto tenendo presente che si tratta di un patrimonio di entità rilevante.
Con questa affermazione non è nel modo più assoluto mia intenzione sostenere la tesi che, ora, chiunque si debba trasformare in un accademico, o in un esperto di economia e di finanza; la verità è che oggi, e questo vale in generale, esiste concretamente un perimetro di conoscenza nell’ambito della finanza personale che è tassativo possedere, in misura proporzionale alla complessità e alla dimensione del proprio patrimonio.
Non bisogna invece meravigliarsi del fatto che chi ha poco o nulla abbia delle conoscenze limitate sull’argomento, perché i pericoli sono limitati. Diversamente, per chi detiene un discreto patrimonio, e sa poco o nulla di finanza personale (e, peggio, crede invece di saperne), valgono regole differenti: il rischio reale che si corre è quello di mettere a repentaglio il proprio benessere e il benessere della propria famiglia.
Nel corso degli incontri avuti in questi mesi con Marco, ho tentato più volte e in diverse maniere di trasmettergli l’idea, o meglio il concetto, nonché l’utilità, della pianificazione finanziaria; del perché sia opportuno (ma forse anche doveroso) lavorare per progetti e obbiettivi, e non per “ricercare il buon prodotto”; in sostanza, ho cercato di “mettere un po’ di ordine”, ma i feedback che mi ritornavano erano sempre, sistematicamente, gli stessi: “...tanto basta investire in qualche buon prodotto...” oppure “...mi sono sempre fidato dei consigli della banca, adesso lascerò fare a te…”, o cose simili.
Alla fine rinviava qualunque decisione, ogni volta. Ma un bel giorno...
LA SVOLTA
Un bel giorno, durante uno dei nostri colloqui, quando sentivo che si stava avvicinando lo “spettro del rifiuto”, Marco ha pronunciato una frase. La frase.
Quella frase che si è rivelata essere la chiave, che ha poi aperto la porta magica: “...parliamone un altro giorno, oggi sono pieno di pensieri e la mia testa è come un alveare con le api che ronzano intorno, una confusione totale… non posso e non riesco a seguire bene tutto…”.
Eureka! La pronta replica è partita immediatamente: “...fermi tutti: mi hai appena consegnato la chiave che apre tutte le porte… permettimi di dirti che qui ti sbagli… e ora ti spiego il perché: cerchiamo di ragionarci assieme…”.
L’alveare: il nido naturale delle api e colonie di api dove si possono giungere a contenere più di 90.000 individui costituite da tre caste: l’ape regina, i fuchi e le api operaie. Le api che si incontrano normalmente sono operaie specializzate nell’attività di bottinatura e costituiscono di norma la parte più numerosa della colonia. (fonte: www.improntaunika.it)
La vita che popola un alveare, ad un primo sguardo, può sembrare una disordinata confusione, l’anarchia nella sua espressione massima. Ma, in verità, non è ciò che sembra. Per poter gestire la loro imponente catena produttiva, le api, nel corso di un’evoluzione millenaria, si sono organizzate in maniera straordinariamente razionale, in una sofisticata struttura sociale. All’interno dell’alveare, ogni individuo, ogni ape operaia, svolge una precisa mansione, dentro la propria cella.
La regina è la madre, nonché l’indiscusso capo di tutte le api operaie. E il suo compito è provvedere all’organizzazione dell’intera “società”. Ed è da lei che dipende l’avvenire di tutta la famiglia.
Declinare una pianificazione finanziaria significa, prima di tutto, capire perfettamente quali sono gli obbiettivi, o meglio ancora i progetti, nella vita del risparmiatore.
Bisogna ascoltare.
In sostanza si tratta di chiarire precisamente quando verrà speso il denaro accumulato, perché il risparmio, si sa, non è altro che il differimento del consumo.
Una volta individuati questi obbiettivi, per ciascun progetto verrà costruito un singolo portafoglio dedicato; pertanto, nel nostro alveare, che altro non è che l’intero patrimonio del cliente, individueremo varie celle (sottoportafogli) e “assumeremo” alle nostre dipendenze n api operaie (strumenti di investimento), dove n corrisponde al numero dei progetti che sono stati declinati.
Contestualmente assegneremo loro determinati compiti che dovranno portare a buon fine in orizzonti temporali stabiliti a priori, quasi fossero “contrattualizzati”: ogni ape seguirà un suo percorso, che la porterà a trasformarsi da larva in pupa.
Ora conosciamo meglio la nostra ape regina, ovvero il proprietario del patrimonio-alveare. Marco è sposato, ed è padre di due bambini: 5 anni il più grande, 3 anni la più piccola.
È suo desiderio che i figli possano seguire l’iter scolastico a loro più confacente, e Marco sarà felice di poter permettere loro di studiare anche presso università prestigiose, se necessario persino all’estero.
È poi giustamente preoccupato per la sua vecchiaia e per la situazione finanziaria in cui si ritroverà una volta terminata la vita lavorativa, e desidera fare in modo di poter percepire una solida integrazione alla pensione che gli verrà corrisposta dall’INPS, quando arriverà il momento.
Inoltre, ha bisogno di mantenere una riserva di liquidità per i pagamenti periodici delle imposte legate alla sua professione; questa riserva di liquidità servirà anche per far fronte a eventuali e impreviste spese fuori programma che potrebbero presentarsi, come ad esempio cambiare automobile, effettuare lavori di manutenzione nell’abitazione, ecc., nonché pagare le vacanze e gli hobby (Marco è uno sportivo, ama la mountain bike e trascorre le vacanze estive assieme alla famiglia in località dove può dedicarsi alla sua passione).
L’APPLICAZIONE OPERATIVA
Ci avvaliamo della nota “Piramide di Maslow” (psicologo statunitense, esponente di spicco della corrente di “psicologia umanistica”), che rappresenta i bisogni dell’uomo ponendoli in un ordine gerarchico su dei gradini: nella parte più bassa si trovano i bisogni primari e fisiologici, e nel gradino più alto c’è la piena realizzazione del potenziale umano... ma chi è Maslow?
Abraham Harold Maslow (Brooklyn, 1º april e 1908 – Menlo Park, 8 giugno 1970) è stato uno psicologo statunitense. Primo di sette figli in una famiglia di immigranti giudei di origine russa, fu un esponente di spicco della cosiddetta “psicologiaumanistica”. Dal 1951 al 1969 fu a capo del dipartimento di psicologia dell’università Brandeis, a Waltham,nel Massachusetts. (Fonte: www.sofia.edu)
Questa è la piramide di Maslow:
Fu nel 1954 che Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una “gerarchia di bisogni”, cioè una serie di “bisogni” disposti gerarchicamente in base alla quale la soddisfazione dei bisogni più elementari è la condizione per fare emergere i bisogni di ordine superiore. (fonte: risorseumanehr)
Riadattata all’ambito finanziario, la piramide rappresenta le cosiddette “aree di bisogno”, come si può vedere nell'immagine qui sotto:
Con Marco abbiamo dunque declinato una vera e propria pianificazione, e abbozzandola “nero su bianco”... abbiamo reclutato le nostri api operaie e le abbiamo indirizzate nel nostro bell’alveare!
Come si può vedere nell'immagine qui sopra, alla base della piramide, corrispondente alla liquidità, è stato posizionato il portafoglio numero 1 (che non è altro se non il conto corrente), al quale verrà destinato il 15% del patrimonio complessivo.
Salendo di un gradino, corrispondente all’area della riserva, c’è il portafoglio numero 2, che si chiama IMPREVISTI, VIAGGI E HOBBY, dove verrà destinato il 24% del totale del patrimonio: questa ape operaia dovrà assolvere nell’arco di 2 o 3 anni il compito di coprire appunto le eventuali spese impreviste già menzionate.
Ancora più in alto nella scala, incontriamo l’area della previdenza, a cui corrisponde il portafoglio numero 3, ovvero la PENSIONE INTEGRATIVA… questa ape operaia, che peserà per il 34% del totale, dovrà darsi da fare fino al giorno del raggiungimento dell’età pensionabile della regina, di Marco…
Salendo di un altro gradino, incontriamo le api operaie più importanti, almeno nei valori affettivi del cliente, perché lavorano per il futuro dei due figli: un ulteriore portafoglio, il numero 4 (con il 33% del totale del patrimonio), che si chiama ISTRUZIONE FIGLI, che si realizzerà nel corso dei prossimi 13/15 anni (ovvero fino a quando questa fetta di risparmio dovrà essere impiegata per sostenere i costi relativi al percorso di studio dei figli, che comporterà tasse, eventuale trasferimento all’estero, viaggi di studio, ecc.).
In cima alla piramide c’è il portafoglio numero 5, chiamato ALTO RENDIMENTO, dove vengono posizionati quegli strumenti di investimento più dinamici che di tanto in tanto potranno rappresentare delle opportunità da cogliere, ma solo per una parte residuale del patrimonio (l’8%).
UNA NUOVA VISIONE D’INSIEME
Oggi Marco concorda con me (nel frattempo sono diventato il suo Consulente) che fino a qualche mese fa il suo deposito titoli conteneva, senza alcun senso e senza nessun ordine logico, obbligazioni, azioni, fondi azionari e fondi bilanciati, conti di deposito, polizze… e che ora invece assomiglia molto di più a un sistema perfettamente organizzato e disciplinato, molto simile a quello che è realmente un alveare.
L’ape regina ha il potere, quando lo ritiene necessario, di spostarsi assieme a tutte le sue api che la seguono senza discutere.
È importante dunque che ogni risparmiatore prenda consapevolezza che può comportarsi come l’ape regina, può ricercare un professionista della consulenza, affidargli il proprio patrimonio e farsi guidare nella corretta ed efficace pianificazione finanziaria.